Adolescenza: le risposte alle domande chiave

Lo spunto dell’articolo di oggi nasce dalle molte domande che genitori, educatori, insegnanti mi rivolgono quotidianamente nella mia vita professionale su una delle età più complesse che l’uomo affronta durante la sua esistenza: l’adolescenza.

Partendo dalle necessità del quotidiano, ho costruito una sorta di botta e risposta che spero possa essere utile a chi per qualsiasi motivo ha a che fare con questa fase così delicata.

Buona lettura e aspetto comunque dei feedback di ritorno.

Entriamo subito nello specifico: che cosa vuol dire adolescenza?

Così come si evidenzia dall’etimologia, l’adolescenza è il periodo del cambiamento, dal latino adolescere, che si traduce in crescita.

I cambiamenti che avvengono sono epocali a livello fisico, neurofisiobiologico (così come evidenziano anche le ultime ricerche sulle modificazioni a livello corticale le modificazioni sono sostanziali) oltrechè sociale e psicologico.

L’adolescenza è un periodo ponte, più o meno lungo, che porta l’individuo dalla dipendenza infantile, in cui il fulcro è il caregiver, cioè l’adulto di riferimento,  ad una fase di indipendenza e responsabilità tipiche dell’adultità.

Alla luce di ciò si comprende il motivo per cui Shakespeare sosteneva che non vorrebbe mai avere a che fare con “l’età di mezzo”, viste le forti le difficoltà sia di chi vive con l’adolescente (la famiglia e la scuola in primis) sia soprattutto per chi è l’attore protagonista del periodo.

Quanto questo periodo di crisi generale può influire sulle giovani generazioni attuali?

L’adolescenza è il momento dove tutto va in crisi: la famiglia, i valori, addirittura se stessi e il proprio corpo.

Chiarito ciò penso che questo periodo storico incida pesantemente sul modo di vivere la crisi adolescenziale: incertezza del futuro, confusione nel trovare soluzioni adeguate, rapporti sempre più fragili e da consumare a seconda della necessità del momento non aiutano quella visuale di prospettiva necessaria ad affrontare le difficoltà.

In terapia ciò che evidenzia il buon esito del trattamento è proprio la capacità che il paziente ha di guardare innanzi, nel tentativo di godere del proprio desiderio di realizzazione, che ognuno di noi comunque ha.

È per questo che trovo estremamente interessante che quando si parla di crisi economica si faccia un riferimento molto forte alla necessità della crescita, in quanto anche le crisi individuali (e adolescenziali) vanno risolte in modo creativo, in modo da non precludersi la possibilità di andare avanti, tentando magari più vie.

In questo contesto gli episodi sempre più frequenti di cronaca, vedi gli episodi di vandalismo avvenuti in alcune scuole della nostra città, come si possono spiegare?

È tipico dell’adolescenza trasgredire, nel senso che è una vera e propria necessità, un modo di mettersi alla prova, di sperimentarsi.

È un trovare un limite, un argine alle proprie potenzialità, che vanno comunque incanalate in giuste direzioni.

Ed è qui che entra in gioco il mondo adulto.

Quindi gli adulti devono sentirsi responsabili della crescita dei ragazzi, anche oltre l’età della prima infanzia?

Gli adulti sono fondamentali nella vita dell’adolescente, in quanto anche se questo tende ad evitare il confronto e il controllo del “grande”, allo stesso tempo sente una sorta di necessità interiore di contenimento e di argine.

Se io do un argine ad un fiume in piena è probabile che lo riesca a indirizzare dove voglio, sfruttandone al meglio le sue potenzialità, ma se ciò non avviene e la portata dell’acqua aumenta sempre di più lo straripamento è cosa certa!

Voi come portale Dire Giovani Dire Futuro e Istituto di Ortofonologia siete arrivati all’organizzazione del terzo Festival delle Giovani idee, ce lo spiega?

Il nostro slogan, coniato dal Direttore e Organizzatore dell’evento, Dott. Federico Bianchi di Castelbianco è: La positivà dei giovani nonostante gli adulti.

Il criterio è fornire ai ragazzi la possibilità di far vedere ciò che sono e ciò che sanno fare, mostrare a tutti il loro impegno.

Dal 9 al 12 di novembre più di 30000 giovani, oltre 300 scuole, un centinaio di spettacoli, mostre, forum, hanno animato il Palacongressi dell’Eur a Roma, in giornate festose e di prospettive per i ragazzi, il tutto è visibile sul portale www.diregiovani.it.

In conclusione, un consiglio per gli adulti?

Essere sempre riferimento, contenimento, nel rispetto della singola individualità, affrontare con responsabilità e fiducia la crisi adolescenziale.

La sfida oggi è educare, da ex-ducere, tirar fuori tutto il positivo che i ragazzi hanno dentro e che per i molti motivi del quotidiano non riescono ad esprimere.

E ora uno ai ragazzi?

Riprendere a desiderare il domani, non fermarsi solo a ciò che è oggi, non “consumare” la vita, ma sfidarla con le proprie immense potenzialità per costruire ciò che di meglio ci può essere per ognuno di loro.

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